Museo delle scienze
Roma Competition 2023
L’incipit progettuale intende innestare un meccanismo all’interno delle antiche mura dell’edificio militare. L’edificio viene organizzato su un doppio registro, dove da un lato si strutturano padiglioni, edifici autonomi dalle forme chiare; dall’altra questi dialogano e instaurano relazioni, assumendo la complessità di una città-palazzo. Così un fenomeno complesso, assume un suo ordine attraverso insiemi e sottoinsiemi. I corpi di progetto diventano il macchinario capace di rivitalizzare e riattivare il manufatto esistente. Quest’ultimo si arricchisce di una nuova stratificazione, un altro livello di storia che si aggiunge alla precedente. La divisione in organismi consente di compartimentare gli utilizzi del museo, chiudendo per esempio la parte espositiva, ma mantenendo attivo il volume cilindrico con foyer, auditorium e ristorazione/bar. Il volume esistente, di proporzioni circa quadrate, viene considerato come una città-palazzo, simile a Palazzo Diocleziano a Spalato, dove all’interno di un perimetro dato, si innestano volumi, spazi aperti e semi aperti.
Si parte da un concetto di sovrascrittura, sacrificando alcune parti in favore di nuovi volumi, mantenendo alcune tracce, in una stratificazione architettonica. Il progetto intende inserire nuovi elementi infrastrutturali capaci di riattivare il manufatto. Il progetto parte dall’atto di fondare, come da tradizione romana, seguendo due assi perpendicolari, un cardo e un decumano. Il cardo è identificato dalla morfologia del canale vetrato centrale; mentre il decumano si scompone e snoda tra le funzioni, identificando gli spazi vegetali abitati.
Architettura. Vacuum Atelier
Collaboratore. Silvia di Mauro
Render. Framax Images